Palazzo Orsini
Descrizione
Il 7 dicembre 1502 Gian Corrado Orsini, signore di Bomarzo, acquisì il dominio su Penna acquistandone la proprietà da Francesco Colonna da Palestrina. Gian Corrado e sua moglie Clarice ebbero tre figli: Girolamo, il maggiore, Pierfrancesco detto Vicino, che fu il committente del celebre Parco dei Mostri di Bomarzo, e Maerbale, che anni dopo la morte del padre scelse Penna come propria residenza.
Maerbale investì tempo e denaro nei propri possedimenti; morì nel 1579, senza aver lasciato discendenza diretta, ma le tracce del dominio degli Orsini restano visibili in tutto il borgo e nelle sue vicinanze.
Nella parte sud-est dell’abitato, tra le località di Podere Giardino e di Muraltello, c’è un sentiero che si innesta sulla strada che porta ad Orte. Lì si trovano i resti di un terrazzamento e di un’antica fonte: faceva parte di un giardino appartenente a Maerbale, e veniva chiamata Fonte Orsina.
Lungo la strada che conduce al paese, invece, si trova l’ingresso di un’altra proprietà che fu degli Orsini, e ai lati di quell’ingresso due bizzarre statue che sembrano farvi la guardia. Sono i Mammalocchi, figure allegoriche realizzate da quello stesso Pirro Ligorio a cui Vicino Orsini aveva commissionato il parco di Bomarzo.
Infine, il Palazzo: oggi trasformato in una lussuosa location per ricevimenti, affaccia da un lato sulla via principale del centro storico di Penna e dall’altro su un giardino all’italiana di gusto ottocentesco. Quattro panche di travertino, sormontate da busti scolpiti che rappresentano un ragazzo, un uomo, una donna e un vecchio, sorgono non lontano dall’ingresso. Sono conosciute come le “quattro stagioni”, ma alcuni hanno ipotizzato che i busti non siano altro che dei ritratti: quelli di Vicino Orsini, di sua moglie Giulia Farnese, del figlioletto Marzio e dello stesso Maerbale.
Nel basamento in pietra dei Mammalocchi, e nell’arco che sormonta il portone d’ingresso del Palazzo, si può distinguere chiaramente la forma di un fiore a cinque petali: è la rosa araldica che campeggia nello stemma degli Orsini.
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